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Violenza domestica sulle donne. Con la "quarantena" casi in aumento

Il distanziamento sociale, che l'emergenza Coronavirus ci impone, costringe in casa madri e figli vittime di uomini violenti e dispotici. La casa, che in questi mesi di quarantena, sarebbe dovuto essere il luogo più sicuro per proteggersi dal contagio da parte del virus, si è trasformato, per molte donne, in una trappola mortale. L’isolamento e la convivenza forzata rischiano di aggravare la condizione di pericolo in cui molte donne vivono, poichè incrementa l’ansia e le discussioni che possono poi sfociare in atti di violenza. Si è infatti registrato un generale e preoccupante incremento di episodi di violenza domestica nei confronti delle donne: ad oggi sono già 25 i femminicidi che si sono registrati in Italia da gennaio 2020.

Ancora più drammatiche sono le stime se si considerano le richieste d’aiuto giunte ai centri antiviolenza: facendo un paragone rispetto al marzo dello scorso anno, il numero è calato del 95%”. Le denunce delle donne per maltrattamenti da parte di familiari e conviventi a tutte le forze dell’ordine sono passati dai 1.157 dei primi 22 giorni del marzo 2019 ai “soli” 652 dello stesso periodo di quest’anno. Un dramma senza scusanti: queste relazioni non sono relazioni d’amore. La domanda sorge spontanea: perché non chiamano? Hanno paura? Sono più controllate? E’ stata, proprio per questo, lanciata un’iniziativa “mascherina 1522”: una frase che le donne in difficoltà, per problemi di violenza domestica, possono utilizzare nelle farmacie per ricevere informazioni o attivare una richiesta di aiuto. Un accordo tra centri antiviolenza e Federazione Farmacisti.

Esiste anche una App 1522 o l’App della Polizia di Stato (YouPol) tramite le quali si può chattare direttamente con un operatore e chiedere aiuto senza la necessità di parlare. Si cerca di incentivare le donne a denunciare e a chiedere aiuto. Non siete sole!  Si può dire che il Covid-19 abbia frenato tante cose, ma non la violenza di genere. Nel 50% dei casi, i femminicidi sono commessi dal partner, che spesso non si ferma neppure di fronte ai figli. E’ inaccettabile tutto ciò. Litigio dopo litigio, percossa dopo percossa, in un crescendo che può arrivare fino al tragico epilogo dell'omicidio. La violenza domestica sulle donne si può presentare attraverso vari tipi di condotta tendenti a mantenere potere e controllo sulla vittima: violenza fisica o sessuale, minacce e intimidazioni, offese e umiliazioni, colpevolizzazioni, costrizioni all'isolamento, disagi economici, ricatti morali, strumentalizzazioni dei figli, negazione e minimizzazione degli abusi. Fino poi a culminare nell’ epilogo più drammatico di tutta la vicenda: l’omicidio.

Come è possibile che la stessa persona che un tempo ha promesso di "amarti e rispettarti per tutta la vita" si tramuti in un carnefice? La prevenzione si fonda sullo sviluppo e la diffusione di una cultura contro la violenza, nell'interrompere i cicli di violenza familiare evitando così il ripetersi di abusi intergenerazionali, nell'aiutare le vittime ed anche nel curare gli autori delle violenze. La donna non può accettare di subire continue umiliazioni, quindi deve avere la forza e il coraggio di chiedere aiuto, ma servono risorse per finanziare interventi realmente efficaci e tempestivi, ora più che mai. Bisogna contrastare la violenza e gli abusi contro le donne, soprattutto in questo momento così drammatico, perché la violenza domestica è diventata un’emergenza nell’emergenza.

 

Donatella Tansella

 

Foto: meteoweek.com

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